Zanzibar è la meta ideale per chi desidera immergersi nel cuore dell’Africa senza rinunciare a un mare da sogno, che ha ben poco da invidiare ad altre destinazioni esotiche.
Una volta atterrati, siamo rimasti subito colpiti dalla povertà del popolo zanzibarino. Essendo un’isola molto nota per il turismo, ci aspettavamo un livello di benessere più elevato e pensavamo che questo avesse portato maggiori benefici alla popolazione. Case di fango, polli e bufali che vagano per le strade spesso non asfaltate, bambini scalzi con vestiti strappati: è questa la realtà che ci siamo trovati davanti appena arrivati. Ci hanno spiegato che, al momento, sull’isola sono i cinesi a investire nelle infrastrutture, con l’obiettivo di costruire edifici in muratura. Devo essere sincera: a mio avviso ciò rischia di far perdere a Zanzibar parte della sua autenticità.
È importante precisare innanzitutto che Zanzibar non è costituita da un’unica isola, bensì da un arcipelago la cui isola principale è Unguja, spesso identificata erroneamente come Zanzibar. Noi alloggiavamo a nord, in un villaggio affacciato sulla splendida spiaggia di Nungwi, una delle zone meno soggette al fenomeno delle maree. Per raggiungere il villaggio dall’aeroporto, situato a Stone Town, la capitale, occorre circa un’ora e mezza proprio a causa delle condizioni delle strade. Per il resto, la zona è verdissima: la giungla domina incontaminata gran parte delle isole dell’arcipelago, interrotta solo dal bianco delle spiagge finissime che ne disegnano le coste. Nel cuore dell’isola di Unguja si trova il Parco Naturale della Foresta di Jozani, un’area protetta dove è possibile avvistare diverse specie animali, tra cui la scimmia rossa, tipica di Zanzibar.
Zanzibar si trova nel mezzo dell’Oceano Indiano, a pochi chilometri dalla costa della Tanzania, e per questo non mancano eventi temporaleschi, soprattutto durante la stagione delle piogge, che va da marzo a maggio. Per il resto, il clima è sempre caldo e umido, con temperature miti durante tutto l’anno.
Luoghi da non perdere a Zanzibar:
Isola di Kwale. Celebre per la sua incantevole lingua di sabbia (che nulla ha da invidiare a quella, ben più turistica, di Nakupenda) l’isola di Kwale è un autentico gioiello selvaggio. L’unica presenza umana è un piccolo villaggio di pescatori composto da poche abitazioni. L’isola è impreziosita da una splendida baia di mangrovie e da un maestoso baobab che si erge al suo centro. Le acque circostanti, protette da una barriera corallina, costituiscono un vero paradiso per gli amanti dello snorkeling.
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Isola di Mnemba. Raggiungere Mnemba è già di per sé un’esperienza: lungo il tragitto è infatti frequente avvistare gruppi di delfini che popolano quest’area.
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Spiaggia di Paje. Situata sulla costa orientale di Unguja, la lunghissima spiaggia di Paje è la zona dell’isola più influenzata dal fenomeno delle maree. Essendo particolarmente ventosa, è considerata un vero paradiso per gli appassionati di kitesurf. Trattandosi inoltre di un’area turistica, vi si trovano numerosi ristorantini tipici in cui gustare ottimo pesce locale e deliziosi cocktail di frutta.
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Entroterra. Il cuore di Zanzibar è celebre per le sue piantagioni di spezie, e molti sono i tour organizzati per far conoscere ai visitatori questa affascinante realtà. Addentrandosi nell’entroterra si incontrano spesso i villaggi più poveri e numerose scuole dell’isola. Noi abbiamo visitato una scuola primaria nei pressi del parco di Kichwele. Un consiglio: se decidete di visitare le scuole, portare piccoli doni per i bambini (articoli di cancelleria, bolle di sapone, biglie o piccoli giocattoli) sarà un gesto molto apprezzato e capace di illuminare la loro giornata. Il nostro villaggio turistico (Veratour) partecipa inoltre a iniziative di donazioni regolari di riso e legumi alle famiglie locali.
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Foresta di Jozani. Quest’area del Paese è completamente incontaminata. Qui è possibile osservare diverse specie animali nel loro habitat naturale, libere di condurre la propria vita senza interferenze. Anche la zona della foresta di mangrovie merita assolutamente una visita.
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Spiaggia di Nungwi. Abbiamo avuto la fortuna di alloggiare proprio in questa zona: il mare, di un azzurro così intenso da sembrare quasi fluorescente, è semplicemente indimenticabile.
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Prison Island. Nonostante non l’abbiamo visitata, Prison Island è considerata una tappa da non perdere, pur essendo segnata da un passato doloroso. Qui è possibile ammirare lo zoo delle tartarughe giganti, una delle attrazioni più note dell’isola.
Come ultimo consiglio, vi ricordiamo che per entrare a Zanzibar è necessario munirsi di visto e della polizza sanitaria obbligatoria, nota come ZIC. Non sono invece richieste vaccinazioni particolari.
Zanzibar è un luogo che sa incantare: qui la natura, nella sua bellezza più vibrante, danza in armonia con la sua gente, dando vita a un paradiso autentico, capace di insinuarsi nel cuore del viaggiatore e di restarvi per sempre.
Per vedere il video completo della nostra avventura visitate la pagina Intagram e Tiktok: pontisanotour

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